Neil Young ecologista: il suo ultimo disco è un attacco frontale alle multinazionali

Neil Young ecologista: il suo ultimo disco è un attacco frontale alle multinazionali

Per Neil Young non è certo una novità la battaglia ecologista ma dal lancio del suo ultimo disco il cantante e chitarrista canadese è più agguerrito che mai. Il suo ultimo lavoro si chiama The Monsanto Years ed è un attacco frontale alle multinazionali colpevoli, secondo la star, di fare disinformazione per poi predicare la libertà di scelta. Fortissima le denuncia in molti dei suoi brani che si scagliano contro la retorica americana del free market, ma anche contro i liberisti e i guerrafondai.

Il successo della campagna ecologista in Italia

Dopo anni di stallo, prodotto anche dalla retorica sulla green economy, la questione ecologica è rientrata a pieno diritto nella contesa politica anche in quella italiana. A riportare d’attualità il tema, diverse interviste rilasciate dal cantante nel corso del suo lungo tour in Italia con quattro date solo nel mese di luglio (il 13 a Piazzola Sul Brenta, il 15 a Roma, il 16 a Lucca e il 18 a Milano).

L’ultimo lavoro di Neil Young è infatti un inno al progetto, in cui la star canadese ha investito all’insegna dell’energia elettrica pulita e dell’alimentazione biologica. Recentissima anche la sua ultima campagna a favore del cotone biologico, che eliminerebbe alla base  il problema del forte impatto dei pesticidi necessari per la coltivazione del cotone “tradizionale”.

E se chiedi a Young chi ha interesse ad utilizzare i pesticidi lui ti risponde che è l’azienda che detiene il monopolio sui semi. Insomma, prendersi cura del pianeta rovinerebbe  il business miliardario di certi cartelli. Una filosofia di vita, dunque, che il cantante non veicola soltanto tramite interviste e canali personali ma anche e soprattutto tramite le sue canzoni, pensate e scritte per la gente comune.

Il caso della canzone presa in prestito senza permesso

Celeberrimo il caso della querelle tra Donald Trump, che prese in prestito per i suoi comizi senza chiedere il permesso Rockin’ in the Free World, e Neil Young. In quell’occasione il cantante replicò, ribadendo le sue idee ecologiste, in un lungo post su Facebook.  «La musica è un linguaggio universale.

Sono felice quando tante persone, con convinzioni diverse, traggono piacere dalla mia musica, anche se non condividono le mie opinioni. Se però mi avessero chiesto di poter utilizzare una delle mie canzoni per un campagna elettorale, io avrei risposto di no. Sono canadese, e non voto negli Stati Uniti, ma, cosa ancora più importante, non mi piacciono l’attuale sistema politico degli Stati Uniti e di altri stati. La democrazia è stata dirottata verso gli interessi delle multinazionali.

I soldi necessari a una candidatura, quelli da investire nell’attività di lobbying, le crescenti disparità economiche e delle decisioni legislative ben sovvenzionate sono tutte cose a favore delle grandi aziende a discapito delle persone. Io non credo nei politici che accettano milioni da queste multinazionali. Io credo nelle persone. E la mia musica la faccio per la gente». Insomma, per Neil Young la battaglia ecologista sembra essere proprio una priorità.

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