Coltivazioni idroponiche, chi può decidere se possono essere chiamate biologiche?

Coltivazioni idroponiche, chi può decidere se possono essere chiamate biologiche?

Negli Stati Uniti d’America, i coltivatori di prodotti idroponici stanno discutendo sulla possibilità di richiedere il certificato come “prodotti biologici”. Le associazioni dei consumatori sono in fermento per questa notizia.

In molte zone degli Stati Uniti la maggior parte delle persone non è a conoscenza che marijuana e pomodori sono ottenuti in grandi colture idroponiche. Un recente sondaggio, dove si metteva a conoscenza gli intervistati di questa situazione, ha lasciato senza parole molte persone. Il fatto che questi prodotti della natura, sono stati coltivati senza il bisogno di terra li ha lasciati di stucco. Ora, alcune associazioni dei consumatori hanno chiesto la creazione di una serie di statuti per regolamentare al meglio questo tipo di coltivazione.

Prodotti biologici?

Secondo i coltivatori di prodotti idroponici, l’utilizzo di serre riscaldate, nutrimenti certificati e la mancanza di pesticidi durante tutto il trattamento rende i prodotti coltivati con l’idroponica biologici. Non convinte di queste affermazioni, le associazioni che tutelano i consumatori hanno chiesto la creazione di un regolamento che imponga dei requisiti a queste coltivazioni. Tutto questo, per tutelare al meglio i consumatori da aziende che utilizzano prodotti non verificati o non del tutto biologici.

Secondo le normative USA, un prodotto per potersi fregiare della denominazione biologico deve essere:

  1. prodotti cresciuti senza l’utilizzo di pesticidi o altre sostanze geneticamente modificate.
  2. il cibo deve essere coltivato utilizzando sostanze consentite dalla National Organic Standards Board (NOSB),
  3. il cibo prodotto seguendo le regole sopra citate, deve essere periodicamente verificato da parte di agenti dell’USDA e verificato dal Programma Nazionale per i prodotti Organici.

A seguito di queste richieste, il NOSB ha chiesto del tempo per analizzare una serie di coltivazioni idroponiche in serra per valutare come agire.

Molte delle associazioni per la tutela del consumatore, si sono dette preoccupate del fatto che le coltivazioni idroponiche possano fregiarsi di essere prodotti organici e biologici. Inoltre, una serie di coltivatori hanno dichiaratamente detto di sentirsi a disagio nel venir accostati a questo tipo di coltivazione. Non è possibile utilizzare lo stesso metodo di valutazione, per un prodotto coltivato con tecniche tradizionali e uno coltivato in serre o impianti idroponici.

L’idroponica, il futuro della coltivazione biologica

Al contrario di quanto affermato da molte associazioni in difesa dei consumatori, Marianne Cufone (professoressa della Loyola University di New Orleans e una degli studiosi più famosi nel campo delle coltivazioni biologiche) si è detta positiva nel conferire alle coltivazioni idroponiche l’attestato di coltivazione idroponica.

L’utilizzo di sostanze nutritive biologiche, la mancanza di pesticidi e qualsiasi sostanza nociva per la salute dell’uomo sono solo alcune delle motivazioni per che la dottoressa Cufone ha posto in favore delle coltivazioni idroponiche.

La presenza di un suolo o la sua mancanza, non deve essere visto come una limitazione nel conferire alle coltivazioni idroponiche un certificato che ne attesti la possibilità di essere inseriti nella lista di “prodotti biologici” certificati.

Gli esperti di idroponica.it, portale di riferimento in Italia per la vendita di mini serre riscaldate e prodotti per l’idroponica, sono della stessa opinione della professoressa Cufone. I prodotti da loro utilizzati, sono al 100% testati e sicuri, non esiste nessun motivo per cui non si possa dire che le coltivazioni idroponiche siano meno biologiche delle tradizionali coltivazioni su terra.

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